SVIARE IL DISCORSO
di Elia Pirone
Mi è capitato recentemente di leggere una vignetta satirica riguardante il caso dei volantini a firma di fantomatici NAT che minacciano una sorta di ripresa del conflitto politico-sociale in chiave classista. O roba del genere, non ho approfondito. Quella vignetta riportava il faccione di Roberto Maroni, che con uno sguardo indecifrabile, affermava: “I volantini dei NAT sono da prendere seriamente. Se non ci credete ne faccio distribuire subito degli altri”.
Ho subito ripensato a quella vignetta quando, il 25 novembre, è stata resa nota la clamorosa e incredibile conclusione della vicenda che ha visto un giornalista della redazione genovese de “Il Giornale” oggetto di minacce da parte delle Brigate Rosse. Ebbene, il giornalista si era autominacciato: aveva scritto di sua mano una lettera, con tanto di stella a cinque punte, contenente minacce alla sua redazione, al capo della sede Massimiliano Lussana e addirittura a Francesco Guzzardi, lui stesso!
Accortisi del fatto, gli uomini della Digos hanno denunciato Guzzardi per simulazione di reato e procurato allarme. Cosa si può ricavare da questa ridicola storia? Molti indizi che possono portare a intravedere quella che è la condizione non già del governo (che non c’entra in questo caso, a meno che Guzzardi non abbia ricevuto l’incarico di autominacciarsi da qualche esponente della maggioranza) ma della forma mentisce che dovrebbe essere (soprattutto a detta di Berlusconi, che non perde occasione di ribadirlo…) quella predominante in Italia.
Quando qualcuno che fa parte di una maggioranza politica, anche a livello di informazione (se informazione può essere definita quella de “Il Giornale”), si pone nell’ordine di idee di inviare a se stesso una lettera minatoria firmata da un movimento politico terrorista (più o meno defunto, se ne può discutere), vi è certamente qualcosa che non va. Ma cosa? La risposta appare scontata. Ci si sente in difficoltà, incapaci di far fronte con la forza delle idee e della giustizia agli scandali, alle pagliacciate di un leader, alla pretesa di quest’ultimo di snaturare l’essenza democratica (a proposito, è mai esistita la democrazia in Italia?) del nostro Paese. Ci si sente, quindi, inadeguati a governare e, per evitare che di questo si continui a parlare, col rischio di fare ancora più danni a una maggioranza sempre più traballante, si tenta di spostare l’attenzione su altro. Nel caso specifico, sul possibile ritorno del terrorismo (rosso) e della violenza politica (rossa) sistematica in Italia.
Così almeno il governo non cade.
Così almeno si può puntare il dito su altre persone.
Così almeno le persone si illudono che i problemi siano questi.