Gioventù Italiana Piemonte: l'acqua è un bene primario e non si tocca.

Pubblicato il da A tutta destra

L’acqua è un bene primario, bene di prima necessità per la regolare vita dei cittadini.
Essa è presente in natura, più di ogni altro bene sulla faccia della terra, essa è fonte di vita e di sostentamento per ogni popolo del pianeta. Negli ultimi dieci anni, il Governo italiano ha varato nuove normative, leggi e regolamenti sulla gestione e sulla vendita al consumatore dell’acqua. Questi indirizzi, politici ed economici, hanno maturato l’interesse dei privati ad entrare nelle aziende municipalizzate e a farne di queste, una facile e comoda fonte di speculazione e guadagno assicurato. Dopo pochi anni, i privati hanno iniziato una vera e propria politica aggressiva per la conquista delle maggiori fonti e reti di distribuzione dell’acqua, tentando fino ad oggi, di conquistarne l’interno mercato nazionale. Ad oggi, in Europa e in Italia, si sono formati e radicati enormi gruppi d’interesse e multinazionali che sembrano non frenare la propria fame di conquista del settore economico in questione. Lo stesso settore, appare che sia in grado di soddisfare a pieno le esigenze degli aguzzini dato che esso è applicato in maniera monopolistica (una e non più di una azienda di gestione e distribuzione per area municipale). Questo permette ai monopoli di applicare, con estrema facilità, tariffe fuori da ogni norma morale e ad ogni principio di politica sociale. Ovviamente con il bene placido di enti ed istituzioni politiche ed amministrative. Se ci basiamo sul principio che l’acqua è un bene paragonabile in ogni sua forma all’aria che respiriamo, possiamo facilmente dedurre che la privatizzazione, ma soprattutto, la speculazione è un atto contro i diritti fondamentali naturali e giuridici dell’uomo. E’ ovvio, sia per compensare i costi di gestione degli impianti, sia per evitare degli sprechi, che l’acqua debba avere un costo, ma questo non deve essere fonte di guadagno ma capitale economico destinato a mantenere la struttura dell’azienda distributrice, che deve essere pubblica e senza scopo di lucro.
Il Progetto H2o
Il ProgettoH2o nasce come unione di movimenti, partiti e persone, che, senza alcun scopo personalistico, costituiscono una associazione che ha per fine la difesa del pubblico mercato dell’acqua, il controllo sociale delle tariffe e la salvaguardia delle municipalizzate dagli interessi speculativi di singole persone o di aziende private. Tutti possono aderire, senza discriminazione e senza alcuna esclusione. Sostenendo i principi che spingono l’ associazione verso una più equa gestione della risorsa idrica nazionale, verso una maggiore tutela sociale delle famiglie italiane, contro la speculazione di un bene primario che appartiene alla collettività intera, per una gestione oculata delle risorse idriche , visto che l’acqua potabile è un bene limitato.

La Nostra Proposta
Non serve alcun complicato o dettagliato progetto per esprimere ciò che dovrebbe essere ovvio. Le aziende pubbliche che gestiscono e distribuiscono l’acqua devono rimanere o devono nuovamente essere riconvertite in un capitale di azienda al 100% pubblico, senza alcuna infiltrazione di privati. Tutti i consumatori saranno a loro volta soci dell’azienda con pari diritti e doveri. Il maggiore azionista rimarranno i Municipi e le Province che dovranno gestire l’azienda nell’interesse comuneLe aziende pubbliche, distribuiscono il bene a tutti i cittadini della propria area di distribuzione presso il proprio domicilio applicando ad essi un primo e modesto costo di gestione della rete acquifera pari a 15 euro ogni due mesi, necessari a mantenere in attivo il bilancio aziendale e ad adempiere, come appena detto, ai costi necessari per la depurazione la manutenzione e la distribuzione. Le aziende pubbliche dovranno fornire ad ogni nucleo familiare (in base anche al numero dei componenti) una quantità media di acqua al mese gratuitamente. Possiamo stimare che una famiglia composta da 4 persone possa usufruire di 4000 litri di acqua al mese gratuitamente. Questa modesta quantità servirà ad adempiere in maniera civile ed umana ai maggiori consumi di acqua che mediamente vengono consumati da una famiglia italiana (igiene personale, elettrodomestici comuni, acqua da bere). Se le famiglie sforeranno la soglia litri mensili standard dovranno allora pagare il surplus in base alla loro condizione economica, ma soprattutto al numero di componenti che le costituiscono. Il costo del surplus deve essere considerato diviso in tre fasce di consumo: fino a 3.000 litri di acqua in esubero alle quote di fornitura gratuita: tariffa media nazionale al litro su base inflazionale. Quando si superano i 3000 litri di consumo mensile verranno applicate tariffazioni sempre crescenti nell’ordine del 30% in più , fino ad arrivare al 50% di rincaro, rispetto le rispettive soglie di 6000 litri (in surplus )e 10000 litri (in surplus). Ovviamente tale principio di tariffazione sarà applicato nei casi di utilizzo domestico e dunque privato dell’ acqua, tale proposta non tocca l’ area commerciale, industriale e agricola della richiesta idrica. Il ProgettoH2o si propone dunque di restituire ai cittadini un diritto primario dell’ uomo: quello dell’ acqua. Mira a togliere di mano agli speculatori dell’ acqua i diritti di vendita pubblica e di distribuzione. Cerca di portare avanti con una proposta semplice e chiara, una politica di Risparmio idrico, da anni ignorato dalla politica nazionale e locale.
L’ acqua è dunque un diritto di tutti ma non per questo è nostro diritto sprecarla.
Progettoh2o porta avanti una raccolta firme al fine di poter presentare in ogni regione una proposta di legge per le Acque Sociali, il numero di firme necessario per la presentazione della nostra proposta di legge è di 5000 firme, tale raccolta firme è organizzata dai coordinamenti regionali di Progettoh2o Per aderire a ProgettoH2o come movimento, associazione, partito politico o sezione locale inviaci una e mail.
Per sottoscrive ProgettoH2o come singolo cittadino firma la petizione on line:
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