Azienda di Firenze, le banche non concedono il credito e la proprietaria fa lo sciopero della fame
Le banche le hanno negato 30.000 euro di credito, indispensabili per continuare a lavorare. Dopo aver bussato inutilmente a decine di porte - fondazione antiusura, prefettura, enti locali, organizzazioni di categoria - da stamane un'imprenditrice di abbigliamento fiorentina, Giuseppina Virgili, 51 anni, ha cominciato uno sciopero della fame e della sete, nello spiazzo tra il Duomo di Firenze e la sede della Regione Toscana.
Con lei un cartello, 'Grazie alle banche - complici Stato e Regione - e' morta l'ennesima azienda', e la solidarieta' di 74 associazioni italiane antiusura.
Da Milano e' giunto stamane anche il presidente dell'associazione sos racket Frediano Manzi che annuncia: ''La vicenda di Giuseppina e' simbolo di quel che sta accadendo a decine di piccoli imprenditori e non ci muoveremo di qui fino a quando non sara' data una risposta a lei. L'usura in Italia e' prodotta dal sistema creditizio che uccide le piccole aziende. In Italia ci sono stati 1500 suicidi di imprenditori. O morire o rivolgersi agli usurai, sembrano essere solo queste le alternative''. L'odissea di Giuseppina Virgili, che gestisce insieme con la figlia ventenne Ishtar srl, ditta di confezione di capi d'abbigliamento, dura da mesi. La ragazza ha persino tentato di mettere all'asta un rene su internet. ''L'anno scorso - racconta - per fare il campionario abbiamo chiesto 30.000 euro presentando il business plan ad un grande gruppo bancario e poi ad altri. Nessuna risposta o risposte negative, basso rating, mi dicono. E' chiaro che per continuare a lavorare ho bisogno di quei soldi. Ma a che cosa servono i proclami del Governo, le convenzioni tra banche ed enti locali per il microcredito, gli annunci di controlli delle prefetture? A nulla. Finora, io e mia figlia abbiamo vissuto con gli spiccioli, ora dovremo rivolgerci alla Caritas''. (irispress)