Al via il processo contro la Eternit a Torino, prima udienza per i morti dell'amianto
Torino, 10 dic. (Adnkronos) - Si è aperto poco fa nelle maxi aula 1 e 2 del Tribunale di Torino davanti alla prima sezione presieduta dal giudice Giuseppe Casalbore, il processo a carico degli ex vertici della Eternit, la multinazionale svizzera dell'amianto. A giudizio lo svizzero Stephan Ernest Schmidheiny e il barone belga Louis de Cartier de Marchienne che devono rispondere di omissione dolosa di cautele antifortunistiche e disastro ambientale. Alla prima udienza del processo, alla quale non sono presenti i due imputati, assistono anche numerosi sindaci delle zone interessate, tutti con la fascia tricolore.
L'inchiesta coordinata dal procuratore Raffaele Guariniello e dai sostituti Gianfranco Colace e Sara Panelli coinvolge oltre 2.800 persone che sono decedute o si sono ammalate a causa dell'esposizione all'amianto. Gli stabilimenti interessati sono quelli di Casale Monferrato e Cavagonolo in Piemonte, Rubiera in provincia di Reggio Emilia e Bagnoli in Campania. In aula a rappresentare le vittime c'è, per la prima volta in Europa, un collegio legale internazionale che vede insieme avvocati italiani, francesi, belgi, tedeschi e svizzeri in rappresentanza di oltre 1600 persone costituitesi parte civile, tra lavoratori ancora viventi (298) e deceduti (930), ma anche per la prima volta cittadini viventi (17) ma anche deceduti (365), in qualità di persone esposte al rischio amianto.
E' probabile che la prima udienza sarà interamente dedicata alle eccezioni e alla costituzione delle parti civili. Tra i primi a prendere la parola i legali della Presidenza del Consiglio dei ministri che hanno annunciato l'intenzione di chiedere l'esclusione della Presidenza del Consiglio come responsabile civile. A citarla, la scorsa settimana, la vedova di una delle vittime.
Per permettere alle centinaia di persone che sono giunte a Torino di assistere al processo, sono state allestite anche un'aula nella vicina sede della Provincia di Torino e due aule al Palagiustizia, la prima per il pubblico, le altre due per chi è coinvolto nel processo. Tra le numerose delegazioni, quella dei minatori francesi che, con tanto di casco da miniera in testa, reggono lo striscione con la scritta 'Un solo essere umano ha più valore che tutto l'amianto e il profitto del mondo'. Insieme a loro anche la delegazione della Association regionale de defence des victimes de l'amiante della regione Nord-Pas de Calais, area in cui storicamente e' sempre stato molto attivo il lavoro in miniera.
Davanti al Tribunale anche il gonfalone della Regione Campania, alcune bandiere italiane con la scritta 'Eternit: giustizia!' e 27 fotografie di altrettanti morti da amianto in Svizzera, tutti con il viso oscurato. Su ognuna il nome della vittima, l'età e la causa della morte. Dalla Francia è arrivata anche una delegazione di uno degli stabilimenti francesi, quello di Vetry en Charollais, che manifesta con una serie di cartelli neri con le foto e i nomi dei morti da amianto. Di fronte al Palagiustizia si sono radunati anche i partecipanti alla manifestazione nazionale contro i morti sul lavoro organizzata dalla Rete nazionale per la sicurezza sui posti di lavoro. Presenti inoltre alcuni esponenti dell'associazione 'Legami d'acciaio', nata dopo il rogo della ThyssenKrupp, le Rsu della Fiom della ThyssenKrupp Acciai Speciali Terni e del Coordinamento collettivi comunisti con un enorme striscione con la scritta 'Contro i padroni stragisti l'unica giustizia è quella proletaria'. Allestito anche un gazebo della Cgil che ha organizzato un presidio davanti al Tribunale.
Fra gli striscioni anche uno degli operai della Fiat di Mirafiori e due di una delegazione della Assemblea 29 giugno 2009 nata dopo l'incidente ferroviario di Viareggio costato la vita a 31 persone: 'Sicurezza-verita' giustizia per Viareggio' e il secondo in cui, sopra una grande foto della scena del disastro ferroviario si legge la frase 'Valentina: il vostro treno ha portato via mia sorella Emanuela e 30 persone', frase della sorella di una delle vittime. "Siamo qui -spiega una portavoce dell'Assemblea 29 giugno 2009- perche' noi siamo per la sicurezza. A sei mesi dalla strage di Viareggio non c'e' ancora nessun indagato e la nostra battaglia ora e' questa. Essere indagati non vuol dire essere colpevoli ma vorrebbe dire che qualcosa si muove mentre c'e' una volonta' politica di non fare nulla".
All'udienza preliminare si erano già costituite una decina di parti civili, fra cui enti pubblici, associazioni, sindacati, Inps e Inail che ha chiesto il risarcimento di 245 milioni di euro, la cifra spesa finora per gli indennizzi. Il processo sarà presieduto dal giudice Giuseppe Casalbore e dai giudici a latere Fabrizia Pironti e Alessandro Santangelo.