A Saviano laurea honoris causa: "Grazie, non ci sente soli"
MILANO - Un riconoscimento che "aiuta a percepire di non essere solo e che le tue parole sono anche quelle di altri": con queste parole l'autore di 'Gomorra', Roberto Saviano, ha accolto il diploma di secondo livello in comunicazione e didattica dell'arte honoris causa conferitogli a Milano dall'Accademia di Brera. Un riconoscimento che ha dedicato ai meridionali di Milano, visto che "Milano - ha detto - è la più grande città del Sud".
Non è bastato il riconoscimento del buon lavoro nella lotta alla mafia fatto dal ministro dell'Interno Roberto Maroni. Le parole di Saviano - che nella sua lezione ha anche sottolineato come gli faccia "male sentire che chi racconta le cose sbagliate del nostro Paese diffama il proprio Paese" - hanno scatenato le critiche della Lega Nord, innestando un fuoco di polemiche. "Poveri milanesi - ha commentato il viceministro alle Infrastrutture Roberto Castelli - A furia di chinare il groppone per lavorare, lavorare e lavorare senza pensare ad altro, adesso devono sorbirsi le lezioni e le paternali dell'universo mondo. L'ultimo maestrino arrivato, di cui sentivamo tanto il bisogno, é l'ennesimo professionista dell'antimafia Saviano, il quale viene da una terra che per condizioni politiche e sociali, sicuramente ha molto da insegnare. Meriterebbe una risposta più secca. Ma siamo a Natale e l'ineludibile bonomia lombarda mi fa soltanto esprimere un invito: 'ma va a ciapa' i ratt".
A questo invito a prender topi hanno risposto indignati Italia dei Valori, Comunisti Italiani e Pd liquidati del viceministro come "oche del Campidoglio che sanno solo gridare". "Parole vergognose e rozze" ha detto l'ex magistrato Luigi De Magistris che ha definito Castelli senza mezzi termini "razzista". "Insulti specchio della politica arrogante del governo Berlusconi" li ha invece definiti Laura Garavini, che é capogruppo del Pd in commissione Antimafia. E così è passato in secondo piano l'evento della giornata, il riconoscimento a Saviano che è stato anche insignito del titolo di socio onorario dell' accademia. Ad ascoltare e applaudire lo scrittore c'erano diverse centinaia di studenti dell' accademia, e ad omaggiarlo al tavolo dei relatori anche il Premio Nobel Dario Fo che al termine della cerimonia ha guidato Saviano in una lunga visita alla Pinacoteca di Brera, si è anche visibilmente commosso durante alcuni passaggi della lectio magistralis tenuta dallo scrittore. Saviano è partito dal racconto della sua "ambizione di scrivere, di cambiare le cose con le parole" sottolineando come "la cosa che più mi fa male è sentire che chi racconta le cose sbagliate del nostro Paese diffama il proprio Paese. Ma come si cambiano le cose - si è chiesto lo scrittore - senza sapere? Il buio ferma tutto ma purtroppo chiunque scrive di mafia subisce sempre l'accusa di insultare la propria terra". Una risposta indiretta alle parole dette da Silvio Berlusconi a fine novembre: "se trovo chi ha fatto le nove serie de La Piovra e chi scrive libri sulla mafia che ci fanno fare una bella figura lo strozzo". (ANSA-ASSOCIATE)